lunedì 19 novembre 2012

Lambrusco di Sorbara DOC, Radice 2011, Paltrinieri


Finalmente sono riuscito a trovarne una bottiglia.
Dopo averne sentito tanto parlare, riesco a stappare questo Sorbara, considerato uno dei migliori in circolazione. Addirittura me ne aveva parlato un produttore elbano, quando mi chiese da dove venivo, legando la mia provenienza alla tradizione emiliana più radicata, tralasciando il fatto che il Lambrusco di Parma è un’altra cosa.
Questo è un Lambrusco di Sorbara della tradizione, con quella rifermentazione in bottiglia che è oramai diventata una pratica obbligatoria per chi vuole ritornare alle origini, con tutti i pro e i contro che può comportare.
Il Sorbara, dalle mie parti, non è mai stato visto di buon occhio, vuoi per una sorta di campanilismo enogastronomico, o anche perché il nome è sempre stato legato a quei vini con robusto residuo zuccherino, venduti all’estero alla stregua di bibite gassate e che hanno fatto la fortuna di molti produttori.
Qui ci troviamo davanti ad un vino completamente diverso da quelli, che riporta il nome del Sorbara in alto come merita.
L’invitante veste rosa corallino brillante, spalanca la mente all’arrivo di delicate note di rosa canina, gelée alla frutta , fragoline di bosco e melagrana, con un pizzico di zenzero candito.
E’ cangiante nei profumi.
Una rapida e bella evoluzione nel bicchiere svela altre note vegetali dolci, buccia di mela Stark, arancia sanguinella, pompelmo rosa e bitter.
L’assaggio è rigorosamente secco “sparato”, freschissimo, con lunga scia sapida su ritorni fruttati.
Chiude lungo, con un finale amaricante di radice di liquerizia.
Uno spettacolo.

16 commenti:

  1. Cazzo che buono. Anzi, alle 15 esco dal lavoro e vado a prenderne un paio di bottiglie, ecco.
    Se non l'hai gia fatto prova anche Leclisse, versione chrmat deluxe del sorbara. Un'altro piccolo capolavoro, certo più addomenticato ed ingentilito del Radice, ma che buono.

    Gabriele

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  2. Ciao Daniele, bello il post, non amo particolarmente il Lambrusco di Sorbara, se non pasteggiando, ma concordo pienamente con te quello di Paltrinieri Radice 2011 è davvero una bella espressione. Bevuto a cena a casa di amici.

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  3. Ciao e grazie della visita.

    @Gabriele. Proverò sicuramente anche l'Eclisse, ma il problema è trovarlo :)

    @ degustando. Grazie dei complimenti. Non amo bere vino senza mangiarci su qualcosa. A volte capita, soprattutto nelle degustazioni, ma per capire bene cosa ho davanti, mi devo sedere a tavola con calma. Questo è il classico esempio che il vino è fatto per accompagnare il pasto.

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  4. Io il Radice lo vedo bene anche ad un aperitivo, al posto di un più classico spumante. Secondo me ne mette in fila mica pochi. Il sorbara, quando non appesantito da residui zuccherini filo-americani (fortuna di molti grossi produttori ma sputtanamento generale della denominazione) può diventare davvero un vino di razza (sopratutto per gli amanti delle bolle). Questo ne è un esempio. Certo, stiamo parlando sempre di lambrusco, ma ci stà.

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  5. La tua idea mi piace.
    Con questa teoria, sarebbe interessante sapere se qualcuno fa il metodo classico col Sorbara.
    Dalle mie parti qualcuno lo fa con il Maestri, i risultati sono discreti.
    Cinquecampi ha l'ha fatto col Barghi, antico autoctono reggiano, e gli è riuscito decisamente bene.
    Dovresti trovarlo a la Terra Trema, non fartelo scappare.
    Ciao.

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  6. Infatti si: col sorbara fanno anche metodo classico. Lo fa lo stesso Paltrinieri: il Grosso, naturalmente sorbara e solo in magnum. 18 mesi di presa di spuma, se non sbaglio. Non l'ho mai assaggiato ma ne parlano bene e le premesse, visto il resto della produzione, mi sembrano più che buone.
    Sicuramente Cantine della Volta fa sorbara metodo classico. Buono, per carità, ma l'ho trovato sopra le righe per i miei gusti. Intanto il colore, decisamente troppo scuro per essere un sorbara (almeno come lo intendo io) e poi un po' pretenzioso. Rimango scettico sul metodo classico però. Non tanto per i risultati che, comunque, non potranno mai (credo) essere paragonabili a pinot nero e chardonnay, quanto per la perdita di quell'anima Pop-olare che è intrinseca al lambrusco. Insomma, se un lambrusco mi viene a costare 14/18€ scelgo di bere altro.
    Per quanto riguarda Cinquecampi è ormai tappa fissa. Poi ti racconterò come è andata.

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  7. Non sempre i prezzi lievitano di tanto.
    Cinquecampi per esempio, ha tenuto una linea coerente.
    Anche un produttore della mia zona fa il MC di Malvasia, con discreti risultati, senza snaturare l'anima del vitigno, ad un prezzo competitivo con gli altri Martinotti.
    Ne parlerò a breve.
    Fammi sapere per Milano.
    Ciao.

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    1. Spetta, ho alzato la banderuola del prezzo troppo presto. Quando scrivevo di anima POP-olare mi riferivo anche, e soprattutto, ad un'espressione che non vada alla ricerca di complessità che, parer mio, snaturano l'anima del lambrusco. Il Radice è eccellente proprio perchè minimal: l'Eclisse, sicuramente è più ricco e complesso (ed è buonissimo) ma ho sentito più d'uno, fieri bevitori di Sorbara, appuntargli il "troppo" come aggettivo.
      Insomma, è più una questione filosofica su cosa dev'essere il lambrusco secondo me. Se poi si riuscisse a fare un sorbara MC ad un prezzo da lambrusco (e qui mi ricollego all'anima POP del vino) ben venga.

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  8. Daniele,
    mi sa che stasera lo provo, c'è un ristorante che ha una bella carta di Lambri.
    Grazie per la dritta.
    Dei bianchi di Paltrinieri sai qualcosa?

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    1. Ciao Luigi, ti rispondo io, spero Daniele non me ne vorrà. :-)
      Paltrinieri fa un bianco solo (da trebbiano e sorbara), rifermenta in autoclave, piuttosto semplice, morbido e beverino. Sicuramente un prodotto piacevole ma i suoi cavalli di battaglia sono altri.
      Ciao!

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    2. Nessun problema Gabriele, anzi, non sono molto informato su Paltrinieri.
      Grazie per il supporto.

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    3. Luigi facci sapere cosa ne pensi, il tuo parere è sempre prezioso.
      Ciao.

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  9. Ciao a tutti, volevo segnalarvi che il Paltro non produce bianchi e il Grosso 2010 (pas dose) è tirato quest' anno anche in 400 bocce da 0, 75 al prezzo di 18 € in cantina per i privati.

    Michele Malavasi

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  10. Mi hanno appena informato che il Paltro fa anche un bianco, ca..o che sontuosa figura di menta che ho fatto!!!! E dire che in cantina da lui ci sono stato almeno 10 volte.....
    M.m.

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    1. Grazie Michele per l'informazione, più ne abbiamo meglio è.
      L'enoteca dove l'ho comprato mi aveva detto che è di difficile reperibilità, perchè una volta messo in commercio, va ad esaurimento rapidamente.
      Probabilmente la produzione non è grossa, si tratterà di qualche migliaio di bottiglie, magari tu ne sai di più, visto che lo frequenti spesso :-)
      Ciao.

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    2. In effetti non arrivano alle 100.000 (in totale) bottiglie all'anno. Un merito, a mio avviso, dell'azienda: nonostante le secchiate di premi che prendono da qualche anno (Gambero, Slowfood, Espresso) hanno mantenuto dei prezzi sempre onesti e competitivi e non hanno miracolosamente aumentato le tirature dei loro campioni. Insomma, gente con i piedi per terra.

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