lunedì 9 settembre 2013

Vino Frizzante Bianco, Ripa di Sopravento 2010, Vittorio Graziano


Il Ripa di Sopravento è un vino enigmatico.
A partire già dalle uve utilizzate.
“Uvaggi di tradizione” recita l’etichetta.
Che se non parli con Vittorio Graziano non ci puoi capire nulla.
Ma comunque neanche se ci parli scopri più di tanto.
Si tratterebbe di una vigna con vecchie viti mescolate, cioè di vari vitigni, come si faceva una volta.
Neanche lui sa bene cosa c'è dentro, Trebbiano Modenese, forse anche Chardonnay e altre uve.
Poi il tappo.
O i tappi, perché nella bottiglia in questione ce n’erano due.
Un bel tappo a corona, che per la rifermentazione spontanea in bottiglia è perfetto.
Lo togli e sotto c’è un tappo di sughero !
E adesso ?
Togli pure quello, aspettandoti di trovarne un altro, magari di nuova invenzione, tipo uno Stelvin interno alla bottiglia, boh ?
Invece, per fortuna, era l’ultimo.
Ma per quale motivo ?
Immagino che, dopo aver tappato con il sughero e non sicuro della tenuta, abbia deciso di sigillare con la corona.
Supposizioni…
Poi, ti aspetti un bel rifermentato col suo deposito sostanzioso, e invece niente.
Probabilmente ha avuto richiesta di bottiglie completamente limpide e ha deciso di sboccarle.
Altre supposizioni…
Alla fine, il vino che ritrovi nel bicchiere è enigmatico pure lui.
Ti rendi conto che non lo capirai, forse, mai fino in fondo.
E’ un vino troppo sfaccettato che non riesci a prendergli la misura.
Non stiamo parlando di un mostro di complessità e lunghezza, ma di continui micromutamenti che non lo fanno mai assestare ad un punto di arrivo.
Non ti consente mai di guardarlo dritto negli occhi.
Tende sempre a girarsi sulla tre-quarti, come quando avvicini un’animale selvatico che ha paura, ma non scappa subito, e tende a tenere una distanza di sicurezza.
Il giorno dopo, te lo aspetteresti sottotono, da un frizzante sarebbe normale.
Invece sembra pure più buono.
Stringendo, è un “classico” frizzante emiliano, con un’effervescenza tosta, quasi dirompente all’inizio, che profuma di fieno e susina goccia d’oro, ma anche di vegetalità verdi e pompelmo.
Poi l’effervescenza si fa fine e cremosa.
Escono delle note di crema e cocco, con una leggera vena ossidativa, piacevolissima, che ricorda vecchi Champagne.
E continua a cambiare…
In bocca è gustosissimo, fresco che invita alla beva.
Non particolarmente persistente, ma non ce n’è bisogno, ne avrete sempre la bocca piena, per lo meno fino a quando non finirà la bottiglia.
Adorerei provare la versione non sboccata, ma già questo è una goduria assoluta.

7 commenti:

  1. Esatto Daniele, neanche se ci parli capisci più di tanto. Nei vigneti ci sono varietà di uve ormai abbandonate che nemmeno lui sa cosa sono.

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  2. Daniele, la questione del tappo, è proprio come scrivi. Almeno: ricordo che mi disse così Vittorio.
    Mi disse anche che, siccome i ristoranti preferiscono il vino limpido, è costretto a fare la sboccatura.
    Io però ho ancora un paio di bottiglie non sboccate e con tappo a corona.
    Una la apriamo assieme!

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  3. Spero che non abbia deciso di sboccarle tutte, sarebbe un peccato e una spesa superflua.
    Accetto molto volentieri l'offerta, ma non ricordo più se quella che avevamo già bevuto assieme era limpida o aveva ancora del fondo.
    Mi piacerebbe andarlo a trovare, coinvolgendo chiaramente anche Andrea e portando magari un bel salame da tagliare in compagnia, penso che sarà d'accordo anche lui !
    Grazie del vostro contributo !

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  4. Scoperto grazie a PrimoBicchiere è stato per me la rivelazione dell'anno. Vorrei provare anche io la versione colfondo quindi la se non mi avvisate sarà rappresaglia. Alla prossima cena mi presento con una magnum di ceci... X(

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  5. Daniele, infatti quella bevuta assieme, aveva il fondo. Per andare a trovare Vittorio, io mi libero da ogni impegno.
    Mauro, ci hai convinto, per favore, niente magnum!

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    1. Infatti me lo ricordavo più integerrimo di questo.
      Ma poi tutto quel fondo non lo ricordo, era forse solo un leggero velo.
      Magari con un pò di attesa si solidifica pure.
      Ripeto, io non le sboccherei, anche perchè, quell'accenno di ossidazione, al pubblico che non tollera un briciolo di fondo, potrebbe dare fastidio anche quello.
      Anche se, invece, gli da un fascino sciampagneggiante.
      Mauro non ti lasciamo a casa nemmeno con la febbre a 40 !

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